Dal 2020 l’inflazione ha cominciato la sua risalita ed inizialmente, pur se con delle perplessità e dei distinguo, poteva avere una valenza positiva data dagli ingenti investimenti fatti dagli stati per tentare di gestire la crisi pandemica.
In seguito una serie di strozzature dal lato lato offerta, di manovre improvvide sui prezzi dell’energia e l’avvento della guerra in Ukraina hanno accelerato il processo inflattivo facendolo “scappare di mano” come potete vedere dal grafico in basso.

L’inflazione storicamente sale più in fretta di quanto scenda, ciò significa che la ventata inflattiva che ci stiamo preparando ad affrontare durerà più a lungo di quanto pensiamo.
Inoltre non siamo più in una posizione di surplus estero, ci stiamo avviando anche noi, come la Francia (e la Germania) a una situazione di deficit gemelli, il che ci rende molto più fragili.

Insomma tante parole per dire che l’economia Italiana sta male. Questo lo sapevamo, direte voi!
Sicuramente sapete anche chi, più di tutti, paga queste crisi. Siccome, però, a me piace citare persone che ne capiscono ve lo farò dire da Olivier Blanchard ed in inglese per giunta!
Si, pagano loro: i lavoratori! E come? Perdendo il posto di lavoro! Semplice!
Cosa significa per noi psicologi è altrettanto semplice. Meno domanda di servizi psicologici privati; non ci sono né soldi né lavoro.
Questo accadrà subito? La risposta è no. Il motivo è che esistono delle dinamiche macro economiche che si assestano ed altre che vengono avviate. In questo flusso la disoccupazione sta diminuendo come si può vedere nella tabella in basso.

Quanto potrà durare questa situazione? Probabilmente non tanto.
E gli psicologi cosa affronteranno nei mesi successivi?
Come dicevo prima in macro economia esistono delle dinamiche con tempi propri. Se osserviamo la tabella sottostante vediamo due cose:
- Il costo dei beni ha una progressione molto importante
- Il costo dei servizi ha una progressione meno repentina

Se scendiamo nello specifico, nella tabella sottostante, possiamo vedere in cifre la spinta inflazionistica nel settore dei servizi sanitari e della spesa per la salute.
Da maggio – giugno ’21 a maggio – giugno ’22 l’aumento è dello 0,8%. Questi servizi per una serie di motivi sono aumentati poco sempre per una questione di dinamiche macro economiche (ed è la terza volta che le invoco…).

È chiaro che gli psicologi liberi professionisti non possono guardare solo al loro settore (in realtà rappresentano una piccola parte del settore che ho menzionato) ma devono tener conto anche degli aumenti degli affitti (molti hanno lo studio in affitto…), dell’energia elettrica e della benzina. Come potete vedere dal grafico sottostante le voci che ho menzionato sono in testa alla classifica degli aumenti.

Come sappiamo, l’estate per molti clinici segna un momento di riflessione e di malcelato distacco. Guardare il quadro complessivo sicuramente aiuta capire la situazione ed a prendere delle decisioni. Decisioni che sono e saranno sofferte. Se non l’hanno già fatto dovranno aumentare i loro compensi via rincaro dei servizi.
Quanto ha senso aumentare i propri servizi?
A occhio e croce, guardando il dato generale sull’inflazione un aumento del 10% mi sembrerebbe sensato. Soprattutto perché probabilmente si deciderà di far pagare gli aumenti ai nuovi pazienti e non a quelli già acquisiti, posticipando ulteriormente un intervento che non fronteggerà nell’immediato il fenomeno inflattivo.
Cosa dovremmo aspettarci dal governo?
A mio modo di vedere un intervento adeguato sarebbe quello di indicizzare i salari ma ciò significherebbe sacrificare altri settori dell’economia. Se lo si farà, verrà fatto in maniera molto blanda…
Dati dell’ISTAT sull’andamento dell’inflazione
Dati dell’ISTAT sull’andamento della disoccupazione
Commercio estero extra ue giugno 2022