Si avvicina la fine di questo primo triennio universalmente riconosciuto come obbligatorio per la formazione ECM anche per tutti gli Psicologi. Tutti: dipendenti, liberi professionisti, in formazione, iscritti o non iscritti ENPAP, docenti universitari e precari, neoiscritti e pensionati… Sull’obbligo siamo ormai tutti concordi a prescindere dalle passate diatribe, ricorsi, opinioni e quant’altro… L’obbligo c’è.
Ce lo dice il Ministero, ce lo dice il CNOP, ce lo dice il Codice Deontologico e visto che non basta… ce lo dice pure il Tribunale.
E’ dunque giunto il momento a mio avviso di fare un minimo di bilancio.
Una prima questione riguarda l’informazione agli iscritti. Il CNOP non è partito benissimo ad inizio triennio, né sono partiti bene la maggior parte degli ordini regionali, né con l’informazione spesso scarsa, a volte nulla e nei casi peggiori addirittura sbagliata, nè con l’offerta formativa presente solo in alcune regioni in modo del tutto disomogeneo.
Dal 2021 però le cose sono andate gradualmente migliorando, è migliorata l’informazione ed è migliorata la capacità di risposta da parte del CNOP che è persino diventato provider offrendo dei corsi gratuiti e su vari argomenti.
Certo siamo distanti da quanto auspicavo in questo articolo, ma sono processi lenti e magari ci arriveremo.
Oltre a diventare provider ha compiuto altre due interessanti operazioni, di entrambe ho apprezzato le intenzioni, anche se non completamente le modalità.
La prima è stata l’inserimento del dossier formativo di gruppo di cui parlo in questo articolo e la seconda è la richiesta di aggiunta di modalità di autoformazione che qui auspicavo a suo tempo e che è stata una opportunità colta e realizzata.
Ora che il sistema è stato in qualche modo, seppure ob torto collo, accolto dalla categoria, che pur sentendosi spesso obbligata a qualcosa di ingiusto, malfunzionante e calato dall’alto, senza che ne fossero sufficientemente narrate le logiche ed anche i benefici, siamo giunti in prossimità delle ipotetiche sanzioni.
Anche questo secondo step del sistema purtroppo, lungi dall’essere stato spiegato agli iscritti, illustrato, sviscerato, sebbene manchino meno di sei mesi alla fine del triennio, resta ad oggi drammaticamente nebuloso.
Ci giungono notizie da altri Ordini che parlano addirittura di sospensione per gli inadempienti all’obbligo ECM, mentre da noi ancora tutto tace. Certo sappiamo dell’emendamento al PNRR che ha dato attuazione alla legge Gelli per cui chi non sia in regola con almeno il 70% dei crediti avrà problemi con l’assicurazione professionale.
Sappiamo anche che ci saranno sanzioni deontologiche per gli inadempienti, ma ogni volta che chiediamo quali, ci viene immancabilmente risposto: quelle previste dalla 56/89, dall’avvertimento alla radiazione…
Forse per l’occasione una risposta eccessivamente generica e generante ansia, perché sebbene anche nel diritto penale sia prescritta una discrezionalità del giudice (art. 123 c.p.), principio che viene applicato nella totalità delle sanzioni deontologiche, è pur vero che legando la formazione ad un preciso numero di crediti da acquisire sarebbe possibile ridurre tale discrezionalità a beneficio di iscritti e “giudici”.
Ed è proprio a tale riguardo che vorrei qui fare un appello al CNOP affinché su tale punto, a prescindere da una eventuale revisione dell’art.5 del codice deontologico che a mio avviso dovrebbe meglio ad oggi puntualizzare l’obbligo di formazione attraverso il sistema ECM, emani un regolamento applicativo chiaro per tutti e valido a livello nazionale.
Non voglio infatti pensare che un collega che abbia raggiunto 100 crediti invece che 120 a Parma possa essere sanzionato con una sospensione mentre a Potenza con un avvertimento.
Urge dunque a mio avviso un regolamento che espliciti in modo chiaro ed univoco a quali sanzioni si possa andare incontro per il mancato raggiungimento delle soglie previste e parlo di soglie perché non voglio ipotizzare neppure che chi ha svolto corsi per 10 crediti possa avere la stessa sanzione di chi ne abbia svolti per 100.
Altra questione da esplicitare è poi relativa alla possibilità e ai tempi per rimettersi in regola, questione che immagino dovrà essere dibattuta all’interno della Commissione ECM oltre che del cogeaps, ma di cui ancora non vi è segno di discussione pubblica né da parte del nostro Ordine né da parte delle altre professioni sanitarie.
Così come non è chiaro se i controlli avverranno in modo sistematico, cosa possibile a fronte di un sistema in cui è la trasmissione di dati è completamente telematica (dovrebbe essere sufficiente fare una query per tutti coloro che risultano nello stato non certificabile a partire da giugno 2023) oppure se avverranno in modo randomizzato.
Ebbene alla luce di tutto questo, mi piace pensare che, sebbene non vi siano notizie pubbliche in merito, il CNOP stia lavorando non solo ad un regolamento in merito, ma anche ad una adeguata pubblicizzazione dello stesso che renda tutti noi edotti su cosa ci aspetta.
Per quanto riguarda Professione & Solidarietà continuerà a fare del proprio meglio per diffondere le informazioni ai colleghi su tutte le novità in merito attraverso i propri organi di comunicazione.
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