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Articolo scritto da Anna Quercia e Mariangela Bia
Dopo quasi tre anni dalle votazioni del Presidente e del Consiglio dell’Ordine Psicologi della Puglia e a solo un anno dalle nuove elezioni, viene annullata la votazione avvenuta nel 2019.
Questo periodo quasi estivo ha sempre caratterizzato il nostro Sud per gli incendi che si susseguono lasciando la popolazione nella più assoluta impotenza. Il pericolo che qualcuno possa agire incautamente o che zone non adeguatamente curate possano creare un incendio creando gravi danni alla comunità è decisamente alto.
Simbolicamente è quello che sta avvenendo in Puglia alla nostra comunità di Psicologi che non sta certamente attraversando un periodo semplice, in quanto la Prima sezione del Tribunale Civile di Bari, con sentenza pubblicata il 24 maggio 2022, annulla le votazioni avvenute dal 23 al 25 novembre 2019 e la conseguente graduatoria per violazioni della procedura di voto.
Raccontiamo in breve come sono avvenuti fatti.
Durante le procedure di voto del novembre 2019 il clima era certamente rovente tanto che la presidente di seggio, alcuni scrutatori ed il segretario si dimisero.
Sarebbero state commesse alcune irregolarità nelle procedure di voto, che hanno portato all’annullamento di circa 500 voti espressi per corrispondenza. Il motivo per cui tali schede furono annullate sembrerebbe per incerta provenienza del voto.
Questo fu decisamente l’innesco del nostro incendio.
Da qui sono stati interpellati gli Enti preposti per fare chiarezza sull’accaduto.
Con una sentenza del Tribunale di Bari emessa nel dicembre 2020 si disponeva l’annullamento dell’esito delle votazioni per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine.
Successivamente la Corte di Appello di Bari, interpellata dai consiglieri di maggioranza, con una nuova sentenza (2021), dichiarava nulla la sentenza di primo grado (violazione del contraddittorio con conseguente ‘impossibilità di esercizio del diritto di difesa da parte degli appellanti).
Pertanto il Consiglio eletto procede la sua attività a favore della comunità professionale.
L’attuale sentenza di maggio 2022 cambia ancora gli equilibri della nostra comunità annullando l’esito delle votazioni per il consiglio dell’Ordine degli psicologi 2019-2023 in quanto le irregolarità formali nelle operazioni elettorali viziano la procedura e la conseguente regolarità del voto.
In questa disputa, in sintesi, alcuni affermano: “Cestinati centinaia di plichi con i nostri voti“.
In risposta la presidenza replica: “Abbiamo scartato le schede fotocopiate“.
Forse il grosso incendio che alcuni attendevano, altri temevano si è abbattuto sulla nostra comunità professionale.
…ed ora? Cosa rimane?
Certamente una comunità ferita che ha la necessità di comprendere come rialzarsi, in quale direzione andare e soprattutto di quale comunità parlare.
Al di là delle ragioni dell’uno e dell’altro questo episodio ci fa riflettere sul modo aggressivo di confronto tra professionisti che dovrebbero invece “professare” un nuovo modo di comunicare per raggiungere e realizzare quegli obiettivi e i progetti che abbiamo in comune e che tanto ci stanno a cuore.
La riflessione che stiamo facendo parte da una domanda: Ma davvero è così necessario il farsi la guerra tra colleghi per tutte le decisioni che ci sono da prendere?
Noi pensiamo che in nessuna guerra possano emergere vincitori o vinti ma solo macerie e dolore per il fallimento del desiderio di ricostruire su basi amorevoli la tutela della nostra professione. La maggior parte di noi Psicologhe e Psicologi ha scelto di formarsi in questo ambito sanitario per aiutare le persone che ci chiedono aiuto a fare le sintesi tra le proprie parti in conflitto e nella relazione con gli altri.
Crediamo che sia davvero arrivato il momento di mettere in pratica questo progetto che appartiene a tutta la categoria. Ognuno con il proprio colore, ognuno con il proprio orientamento che nulla toglie all’altro ma, al contrario, se impariamo a metterli in campo come materiale d’arte e a farne una sintesi alchemica invece di farci la guerra , possano davvero arricchirci.
Continuare a cercare un colpevole ci fa restare in superficie a leggere le parole senza darne mai un significato profondo.
Dovremmo imparare davvero a mettere in pratica la capacità di unificare armoniosamente le molteplici identità di cui è composto l’essere umano e la nostra comunità di Psicologi e Psicologhe.
I vertici di un consiglio regionale degli psicologi ce lo immaginiamo come un gruppo di persone che fa diretta esperienza nell’ambito del proprio percorso formativo e teorico.
Un gruppo che acquisisce specifiche competenze, impara per gradi ad agire come un unico organismo saggio per trasmettere anche agli altri colleghi questo principio di colleganza. Le crisi, gli ostacoli, i conflitti e il malessere che la nostra professione incontra non devono metterci l’uno contro l’altro ma devono rappresentare dei segnali, stimoli che ci aiutano a decidere di fare delle trasformazioni necessarie per divenire persone sempre più libere e creative.
L’accettazione di questo momento di dolore per quello che sta accadendo politicamente e umanamente all’ ordine pugliese e tra persone che dovrebbero perseguire gli stessi obiettivi, vorremmo utilizzarlo non come fuoco per incendiare e distruggere tutto quello che è stato creato fin’ora ma come fonte di energia alla realizzazione di tanti progetti utili non solo alla professione ma soprattutto agli utenti, clienti, pazienti che affidano a noi il loro dolore profondo con la speranza che gli venga restituito meno angoscioso.
Imparare un nuovo modo per comunicare che non cerchi il puntiglio, il punto debole dell’altro per sconfiggerlo ma al contrario che valorizzi le caratteristiche peculiari di ognuno e sappia sintetizzarle attraverso la nostra capacità di saper mediare, di saper integrare. L’evoluzione di questa nostra sostanzialmente giovane comunità non potrà certo attuarsi a scapito dell’altro ma anche grazie all’altro.
Ci sarebbero vantaggi per tutti a smettere di pensare che, se l’altro fiorisce io non vengo più visto o perdo il mio potere. Il potere “sugli altri” sarebbe invece meglio perderlo a favore del potere e della capacità di sostegno l’uno per l’altro. Unificarsi mettendo in atto questo potere artistico della sintesi sarebbe molto più soddisfacente perché ci aiuta a creare qualcosa di nuovo. Io più te creiamo una nuova entità, qualcosa che non esiste.
Un ovulo e uno spermatozoo non fanno nascere né il padre e né la madre ma un nuovo essere a se stante che rappresenta la bellezza della vita.