Pochi giorni fa il Presidente della Società Psicoanalitica Italiana, Dr. Sarantis Thanopolus, ha sorpreso gran parte della Comunità scientifica e professionale, inviando una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni nella quale paventava un uso improprio di farmaci (bloccanti ipotalamici) con adolescenti con Disforia di genere.
Personalmente non condivido né la modalità né i contenuti della presa di posizione del Presidente SPI: per prima cosa non ritengo affatto opportuno ed appropriato che un· Presidente di una Associazione o Società Scientifica, anche con il condivisibile obiettivo di aprire un confronto su un tema eticamente e scientificamente rilevante, lo faccia scrivendo una lettera ad un· Presidente del Consiglio dei Ministri. Tali temi, di rilevanza scientifica debbono, a mio modo di vedere, essere discussi in seno alla Comunità Scientifica, per poi approdare, con le opportune modalità, sui mass media e nei luoghi della Politica.
Un importante Quotidiano nazionale riporta la risposta del Presidente SPI al vespaio che ha sollevato con la sua lettera. Nell’articolo giornalistico il Presidente SPI sostiene che voleva aprire una discussione sull’uso dei farmaci ma che, a sua detta, pare impossibile potersi confrontare.
Ritengo che anche questa uscita del Dr. Sarantis Thanopolus sia inadatta: dimostra ancora di non comprendere, o peggio, di non voler comprendere, che non c’è affatto l’impossibilità o la mancata disponibilità al confronto, ma che gli vengono contestate le modalità e i contenuti della sua presa di posizione, che più che scientifici sembrano intrisi di una certa ignoranza e forse anche di ideologia.
Tale atteggiamento, che a mio parere rimanda ad un certo vittimismo, lo trovo biasimevole per un membro della Comunità Scientifica e Professionale, che inoltre riveste anche un ruolo istituzionale di grande responsabilità, quello di rappresentare la maggioranza degli/delle Psicoanalist· italian·.
Quant· di loro si sono sentit· rappresentat· nei modi e/o contenuti di tale lettera? Già molt· di loro hanno preso le distanze ed hanno mostrato il loro disappunto. Questo dovrebbe anche far riflettere su come una Società o Associazione Scientifica, massimamente rappresentata dal/la su· Presidente e/o il suo Esecutivo, dovrebbe coinvolgere maggiormente i suoi Membri e ascoltare le loro voci, prima di parlare anche a loro nome.
Veniamo però adesso ai contenuti. Per prima cosa voglio riportare di seguito la lettera che la Società Psicoanalitica italiana ha indirizzato al Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni in merito a «preoccupazioni» circa l’uso di farmaci bloccanti della pubertà.
Ill.ma Presidente del Consiglio Giorgia Meloni,
L’esecutivo della Società Psicoanalitica Italiana esprime grande preoccupazione per l’uso di farmaci finalizzato a produrre un arresto dello sviluppo puberale in ragazzi di entrambi i sessi a cui è stata diagnosticata una “disforia di genere”, cioè il non riconoscersi nel proprio sesso biologico.Vanno seriamente considerate le controindicazioni a questo trattamento: La diagnosi di “Disforia di Genere” in età prepuberale è basata sulle affermazioni dei soggetti interessati e non può essere oggetto di un’attenta valutazione finché lo sviluppo dell’Identità sessuale è ancora in corso.
Solo una parte minoritaria dei ragazzi che dichiarano di non identificarsi con il loro sesso conferma questa posizione nell’adolescenza, dopo la pubertà.
Sospendere o prevenire lo sviluppo psicosessuale di un soggetto, in attesa della maturazione di una sua definizione identitaria stabile, è in contraddizione con il fatto che questo sviluppo è un fattore centrale del processo della definizione.
Anche nei casi in cui la dichiarata “Disforia di Genere” in età prepuberale si confermi in adolescenza, l’arresto dello sviluppo non può sfociare in un corpo diverso, sotto il profilo sessuale, da quello originario.
Lo sviluppo sessuale del proprio corpo anche quando contraddice un opposto orientamento interno consente un appagamento erotico che un corpo “bloccato” o manipolato non offre.
La sperimentazione in atto elude un’attenta valutazione scientifica accompagnata da un’approfondita riflessione sullo sviluppo psichico e suscita forti perplessità.
È importante avviare sulla questione dei ragazzi con problematiche di genere una rigorosa discussione scientifica a cui la Società Psicoanalitica Italiana darà il suo contributo volentieri.
A nome dell’Esecutivo della Società Psicoanalitica Italiana
Il Presidente
Sarantis Thanopulos
Ritengo utile adesso riportare la lettera scritta successivamente, ed in riposta a quella della SPI, sempre indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri ed anche al Ministro della Salute Orazio Schillaci, dai e dalle Presidenti della Società Italiana di Genere Identità e Salute (SIGIS), Dott.ssa Alessandra Daphne Fisher, della Società Italiana di Endocrinologia (SIE), Prof.ssa Annamaria Colao, della Società Italiana di Pediatria (SIP), Prof.ssa Annamaria Staiano, della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP), Prof.ssa Mariacarolina Salerno, della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità (SIAMS), Prof. Andrea Isidori, della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA), Prof.ssa Elisa Fazzi, dell’Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere (ONIG), Prof. Paolo Valerio.
Gentilissima Presidente Giorgia Meloni,
i Presidenti della Società Italiana di Genere Identità e Salute (SIGIS), Dott.ssa Alessandra Daphne Fisher, della Società Italiana di Endocrinologia (SIE), Prof. Annamaria Colao, della Società Italiana di Pediatria (SIP), Prof Annamaria Staiano, della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP), Prof. Mariacarolina Salerno, della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità (SIAMS), Prof. Andrea Isidori, della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA), Prof.ssa Elisa Fazzi, dell’Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere (ONIG), Prof. Paolo Valerio, esprimono sconcerto per i contenuti della lettera indirizzata dal Presidente della Società Psicoanalitica Italiana alla Presidenza del Consiglio dei Ministri sul tema dell’uso dei bloccanti ipotalamici negli adolescenti con Incongruenza di Genere, ovvero quei farmaci utilizzati per indurre una sospensione temporanea e reversibile dello sviluppo puberale. Nello specifico, l’evidenza scientifica non sostiene le criticità così come riportate nei contenuti della lettera.
- Il testo descrive erroneamente il trattamento con bloccanti ipotalamici in adolescenti con Incongruenza di Genere come un trattamento in fase di sperimentazione, omettendo che lo stesso è stato approvato dalla Determina AIFA (n. 21756/2019), ha avuto parere favore da Comitato Nazionale di Bioetica (CNB) in data 13 luglio 2018, è sostenuto da raccomandazioni scientifiche internazionali sottoscritte anche a livello nazionale ed è ampiamente utilizzato nella pratica clinica a livello internazionale. Inoltre, tale intervento medico è riservato a casi attentamente selezionati, a seguito di una valutazione multidisciplinare e individualizzata come descritto nella determina AIFA.
- Siamo d’accordo che i dati scientifici a oggi disponibili ci confermano una stabilità dell’Identità di genere a partire dall’età puberale (e non pre-puberale o in infanzia); per questo, come ampiamente documentato nelle raccomandazioni internazionali, i bloccanti ipotalamici sono prescrivibili solo a pubertà già avviata e in particolare quando è stato raggiunto almeno lo Stadio Tanner 2. Ricordiamo inoltre che il razionale dell’uso dei bloccanti si basa sulla possibilità di guadagnare tempo proprio per riflettere in modo più consapevole, reversibile e scevro dalle difficoltà legate all’avanzare della maturazione sessuale. La popolazione di adolescenti transgender è, infatti, descritta come psicologicamente più vulnerabile (con più alto tassi di depressione, ansia e rischio suicidario) anche per la preoccupazione o la sofferenza legata al contatto con un corpo che sviluppa in una direzione diversa dalla propria identità di genere. È importante sottolineare come gli studi di follow up a oggi dimostrano che il trattamento con i bloccanti ipotalamici è in grado di ridurre in modo significativo i problemi comportamentali ed emotivi e il rischio suicidario, nonché di migliorare il funzionamento psicologico generale negli adolescenti trattati.
- La definizione di Disforia di Genere non fa riferimento, come espresso nel testo, al “non riconoscersi nel proprio sesso biologico”, piuttosto alla sofferenza psicologica che può derivare dall’avere un’identità di genere diversa dal sesso assegnato alla nascita. Tale sofferenza deriva in gran parte dal vivere a contatto con il pregiudizio e lo stigma di chi non riconosce l’esistenza della varianza di genere come una normale espressione dell’ampio spettro in cui le Identità di genere possono svilupparsi. Tutte le Identità di genere, come riconosciuto dalla World Health Organization e dalla American Psychiatric Association, sono normali variazioni dell’Identità sessuale di una persona e possono svilupparsi in modo diverso dal sesso assegnato alla nascita.
- La valutazione dell’Identità di genere si basa sulle affermazioni del soggetto; ciò vale per tutte le valutazioni in psicologia e psicopatologia, anche all’interno di un approccio psicoanalitico di cui si fa portavoce la stessa Società Psicoanalitica Italiana. Per concludere, si ribadisce l’importanza di diffondere informazioni adeguate sulla base delle evidenze presenti nella letteratura scientifica internazionale e nazionale. Contrariamente, la diffusione di informazioni non corrette rispetto a questo tipo di trattamento, rischia di compromettere la possibilità di accesso a percorsi di affermazione di genere a giovani persone con Incongruenza di Genere con effetti devastanti sulla loro salute psicologica e fisica nel breve e lungo termine. È ampiamente descritto in letteratura come gli ostacoli di accesso all’assistenza sanitaria siano associati a peggioramento del funzionamento psicologico e aumento del rischio suicidario in una popolazione che è oggetto di stigma anche a livello di assistenza sanitaria. Compito dei professionisti è quindi proprio quello di diffondere una cultura legata alle tematiche di salute transgender basata sulle evidenze scientifiche e non sull’ideologia.
In linea, le Società Scientifiche firmatarie si rendono disponibili a un confronto diretto con la Società Psicoanalitica Italiana sulla tematica in oggetto.
Il compito, ed il mandato sociale, dei/delle Professionist· della Salute e di tutt· gli/le Scienziat· è quello di operare in scienza e coscienza, diffondendo e praticando una cultura ed un operare basato sulle evidenze scientifiche e non sull’ideologia e/o sull’insipienza.
Lascio alle proprie personali conclusioni coloro che leggeranno questo articolo.