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A farne le spese sono i professionisti che hanno aderito ma anche i beneficiari in graduatoria.
Vi racconto cosa è accaduto e cosa sta ancora accadendo in questa “storia infinita” del Bonus Psicologo, caratterizzata da entusiasmo iniziale ma seguita immediatamente da delusioni.
Grandi titoli hanno accompagnato articoli e post sui social in cui ognuno si prendeva il merito di aver ottenuto l’approvazione di una legge nazionale per aiutare i pazienti vulnerabili che non potevano permettersi le sessioni di psicoterapia.
Tuttavia, sin dall’inizio ho avuto dei dubbi leggendo che su circa 395.000 domande, solo circa 42.000 sono state provvisoriamente accettate.
Gli altri in graduatoria sono stati messi in attesa fino a giugno, quando, dopo i 180 giorni per usufruire del Bonus, il budget non utilizzato sarebbe stato ridistribuito agli utenti attraverso lo scorrimento delle graduatorie.
Di questo inizio della storia, ne parlo a fine dicembre 2022 in questo articolo pubblicato sul profilo Linkedin di Professione & Solidarietà che potete leggere cliccando su questo link: https://www.linkedin.com/pulse/bonus-psicologo-un-aiuto-concreto-oppure-uno-specchio-/
Per non essere troppo pessimista, ho deciso di aderire al Bonus come professionista, anche perché molti dei miei pazienti avevano presentato la domanda e non mi passava neanche per la testa rifiutare questo supporto.
Vi confesso che ho esitato un po’ prima di scrivere questo articolo, perché ero certa che sarebbe diventato molto lungo, dato che la storia che ha accompagnato noi professionisti che abbiamo aderito al Bonus Psicologo a partire da dicembre 2022 può essere definita davvero “un’interminabile saga“.
Ho preferito postare velocemente tanti messaggi oppure sono intervenuta alle trasmissioni settimanali “le News della Settimana” a cura della nostra associazione che si tengono il giovedì sera in diretta sulla nostra pagina pubblica di Professione & Solidarietà per avvisare i colleghi di quello che man mano accadeva.
Purtroppo non ho potuto raggiungere tutti.
Il giorno 8 giugno 2023, nonostante i nostri sforzi, una circolare dell’INPS ha mandato in tilt moltissimi professionisti che avevano aderito al bonus, mettendo in crisi numerosi utenti in attesa di essere ripescati dalle graduatorie.
La circolare comunica che il 21 giugno i fondi non utilizzati dal dicembre 2022 al 7 giugno 2023 saranno ridistribuiti tra le graduatorie esistenti in tutte le regioni. Tuttavia, per le regioni che non hanno trasferito i fondi all’INPS, non ci sarà ridistribuzione perché tali fondi non sono disponibili.
Si tratta di una situazione molto grave che si aggiunge all’incresciosa avventura iniziata a dicembre 2022 per i professionisti psicologi/psicoterapeuti che hanno aderito al bonus psicologo di Stato. Cercherò di riassumere saltando qua e là perché credo che mettere tutto in ordine non sarà facile.
Già da un mese circa, temendo un blocco improvviso del sistema INPS dopo che sarebbero trascorsi i 180 giorni per usufruire del bonus, ho cominciato sistematicamente a pubblicare post in tutti i gruppi in cui sono presente e in cui mi viene data la possibilità di condividere i miei post. (Devo dire che molte associazioni che mi accolgono nei loro gruppi non sempre autorizzano la pubblicazione dei miei post, nemmeno per un problema così grave che sta accadendo).
Da parte mia, ho cercato di far pervenire la comunicazione di ciò che sarebbe accaduto a breve utilizzando tutti i canali possibili e immaginabili a mia disposizione.
Purtroppo, però, ciò non è stato sufficiente, poiché l’8 giugno 2023, quando l’INPS ha pubblicato la circolare 2127, tutto il sistema si è bloccato.
Nella comunicazione dell’INPS, in particolare, leggiamo quanto segue per quanto riguarda i professionisti:
“Come previsto dall’articolo 5, comma 10, del decreto interministeriale del 31 maggio 2022, il beneficio deve essere utilizzato entro centottanta giorni dalla data di accoglimento della domanda. Decorso tale termine, il codice univoco è automaticamente annullato e le risorse non utilizzate sono ri-assegnate nel rispetto dell’ordine della graduatoria regionale o provinciale, individuando nuovi beneficiari […].”
Pertanto, considerato che sono trascorsi i 180 giorni indicati dalla norma, i professionisti non possono più aggiungere nuove sedute, né confermare quelle precedentemente inserite nel sistema, né annullare retroattivamente le sedute già confermate.
Di conseguenza, con il presente messaggio si comunica che l’inserimento dei dati di fatturazione per le sedute confermate deve essere completato entro e non oltre il 20 giugno 2023.
Il 21 giugno 2023, tutte le sedute non confermate o confermate ma non ancora corredate dei dati di fatturazione saranno annullate d’ufficio, per consentire l’individuazione delle risorse residue disponibili al fine dello scorrimento delle graduatorie per l’anno 2022.
Concordo con chi commenta sui social che, in pratica, la legge non ammette ignoranza. Tuttavia, sin dall’inizio, questo sistema non è stato del tutto chiaro per i professionisti e ogni volta che ci si rivolgeva al supporto INPS dedicato alla questione del bonus, si ricevevano risposte che copiavano e incollavano parti della guida, le quali non erano facilmente interpretabili.
La situazione era incresciosa sin dall’inizio e molti colleghi hanno deciso di non aderire più all’iniziativa, annullando la loro iscrizione precedentemente effettuata tramite il portale del CNOP, poiché il sistema di prenotazione, conferma e inserimento dei dati delle fatture non era del tutto chiaro da interpretare.
Questo sistema costringeva i professionisti a entrare più volte nell’INPS per prenotare la seduta, rientrare nel portale il giorno e l’ora della prenotazione o nei giorni successivi per confermare la seduta, emettere la fattura come indicato precisamente nel caso del bonus di Stato, e rientrare nell’INPS per inserire i dati di questa fattura.
Dopodiché, inizia l’attesa per i rimborsi.
L’INPS ha atteso più del dovuto il trasferimento dei fondi e, entro il mese successivo all’emissione delle prime fatture con bonus, ossia entro il 31 gennaio, nessuno ha ricevuto i rimborsi come previsto dal decreto.
È vero che l’INPS non è da colpevolizzare in questo caso, poiché sono state le regioni a inviare i fondi in ritardo.
Tuttavia, non tutte le regioni hanno inviato i fondi in modo completo; alcune lo hanno fatto solo parzialmente, mentre altre, anche dopo 6 mesi, non li hanno ancora trasferiti.
Di conseguenza, i colleghi appartenenti a quelle regioni che non hanno effettuato il trasferimento dei fondi, nel mio caso la Puglia, sono ancora in attesa dei rimborsi per le sedute prenotate, confermate e per le quali sono stati inseriti correttamente i dati delle fatture.
Per queste persone che hanno comunque deciso di accogliere i pazienti beneficiari del bonus, non sono stati affatto mesi facili e, paradossalmente, ora si trovano di fronte a questo blocco del sistema dell’INPS e non hanno potuto confermare le ultime sedute prenotate ed effettuate per le quali avevano già emesso fattura.
Questi colleghi non hanno confermato le sedute perché, fino a pochi giorni fa, il sistema consentiva di farlo sia il giorno stesso della prenotazione, una volta trascorso il tempo della seduta inserito durante la prenotazione, che anche dopo molti giorni.
Se la circolare afferma che possiamo inserire i dati della fattura entro il 20 giugno 2023, perché non ci viene permesso, come invece succedeva di solito fino a pochi giorni fa, di confermare anche le sedute effettuate dopo diversi giorni?
Nel mio ruolo di Responsabile Regionale per la Puglia, ma anche come socia fondatrice e membro del direttivo nazionale di Professione & Solidarietà, sono sempre stata in prima linea e disponibile ad aiutare tutti i colleghi che mi hanno chiesto supporto.
Ho cercato di risolvere tutte le problematiche che si sono presentate nel corso del tempo, sia per operare nell’INPS che per emettere fatture con soli €50 rimborsabili dall’INPS o fatture miste, in cui il paziente pagava una parte aggiuntiva oltre a usufruire del bonus psicologo.
Fin dai primi giorni di dicembre mi sono impegnata a aiutare i colleghi nell’interpretazione del decreto legge e della successiva guida pubblicata dall’INPS.
Abbiamo continuato insieme ad altri colleghi, facendo prove ed errori.
È innegabile che il sistema sia stato estremamente complesso. L’unico supporto che abbiamo ricevuto tramite e-mail era una copia e incolla di parti della guida.
In alcuni gruppi su Facebook abbiamo persino scherzato e riso riguardo a questo tipo di risposte ricevute.
In pratica, nemmeno gli operatori dell’INPS sembravano sapere di cosa stessero parlando. Non si riusciva a distinguere tra il codice univoco del paziente e il codice del protocollo che identificava la domanda.
Abbiamo capito che il codice univoco era composto da 12 caratteri alfanumerici e sembrava che avessimo conquistato il mondo.
Poi è arrivato il momento di inserire l’IBAN.
Sempre attraverso prove ed errori, abbiamo scoperto che non accettava un IBAN di una carta prepagata, come ad esempio la Postepay Evolution, che invece era sempre stato un canale di pagamento utilizzato dall’INPS. In questo caso, però, non era valido e molti colleghi hanno dovuto aprire un conto bancario.
È poi arrivato il momento di capire se bisognava inserire la partita IVA o il codice fiscale personale durante l’inserimento dei dati della fattura.
Il dubbio riguardava il fatto che ognuno di noi aveva uno studio professionale, anche se privato, e durante l’inserimento dell’IBAN ci veniva chiesto di inserire un IBAN di un conto personale o un IBAN associato a uno studio professionale.
Cliccando su “IBAN studio professionale” ci veniva richiesta la partita IVA, mentre cliccando su “IBAN personale” non veniva richiesta la partita IVA.
Dopo aver inviato molte e-mail al supporto e dopo aver letto attentamente la guida, abbiamo compreso che l’INPS, per “studio professionale”, non intendeva uno studio privato, ma uno studio professionale associato.
Abbiamo quindi capito che il libero professionista doveva inserire un IBAN intestato al proprio conto personale, mentre se uno studio professionale associato avesse aderito al bonus, doveva essere inserita anche la partita IVA.
Vi assicuro che abbiamo perso giorni e giorni per capire tutte queste cose.
A seguire arriva la domanda ma si può fare fattura cumulativa?
La guida dice di si ma non spiega in maniera chiara che le sedute vanno prenotate e confermate singolarmente e solo dopo seguendo un iter complicatissimo avremmo potuto inserire i dati delle fatture cumulative.
Ma anche per quanto riguarda le istruzioni per l’inserimento nel Sistema Tessera Sanitaria di questo tipo di fatture con bonus abbiamo trovato non poche difficoltà.
A questo riguardo ricordo il 31 gennaio 2023, data di scadenza dell’inserimento delle fatture del secondo semestre 2022 in STS.
Ad un certo punto compare un messaggio del CNOP che riporta ad un articolo di un sito qualsiasi e quindi non una comunicazione ufficiale di Agenzia delle Entrate oppure del STS.
In questa comunicazione si diceva che andavano inserite entro il 31 gennaio quindi nello stesso giorno della comunicazione anche tutte quelle fatture emesse con bonus.
Noi psicologi seguiamo la regola del principio di cassa e cioè che le fatture non saldate non vanno inserite in STS e non fanno reddito proprio perché non incassate.
Quindi mi sono chiesta:
- se inserisco le fatture in STS, al momento che mi chiede la data di pagamento quale data inserisco se INPS non mi ha ancora pagato?
- che differenza ci può essere tra le fatture rimborsate solo da INPS e le fatture miste pagate in parte anche dal paziente?
- quale modalità di pagamento inserisco se la parte del paziente è pagata in contanti e la parte di INPS è pagata in maniera tracciata?
Avevamo da poco imparato come fare le fatture con bonus ed anche come avremmo poi dovuto inserirle nel Sistema Tessera Sanitaria.
STS aveva implementato con molto ritardo la voce AA che riguarda la parte pagata da INPS assieme alla voce SP per la parte pagata dal paziente.
Ma la cosa più difficile era sapere se le fatture di dicembre pagate in parte dal paziente dovevano essere inserite entro il 31 gennaio.
Quando sul sito del CNOP compare questa informazione fuorviante, ha rimandato tutti in tilt compreso i commercialisti che avevano ed hanno ancora interpretazioni discordanti.
Questa parte si è chiarita soltanto quando noi di Professione & Solidarietà abbiamo chiamato STS e Agenzia delle Entrate.
Per essere certa della logica del mio pensiero, ho chiamato il numero verde del Sistema Tessera Sanitaria e mi hanno risposto (operatore 11877) che le fatture anche con bonus vanno inserite quando sono state saldate.
Questo perché dobbiamo inserire da sistema sia la data di emissione della fattura ma anche la data di pagamento e se la fattura non è stata pagata quale data mettiamo?
L’operatore mi ha chiesto: “ma che domanda è questa? Se non ha una data di pagamento del saldo, come fa ad inserirla?“
Sapendo che STS non si occupa delle norme e dato che sono pignola, ho chiamato anche l’Agenzia delle Entrate e mi ha risposto (operatore 050 da Roma) : “voi lavorate con il principio di cassa e non esiste nessuna nuova norma al riguardo. Gli Psicologi inviano le fatture in STS solo se saldate anche se sono con bonus.“
Ho fatto un’altra domanda specifica per quanto riguarda le fatture pagate in parte dal paziente e in parte dall’INPS e mi ha risposto: “in tutti e due i casi per chi lavora col principio di cassa vale sempre la norma che le fatture vanno inserite solo se saldate. Quindi anche se il paziente ha pagato la sua parte nel 2022 e l’INPS salda nel 2023, in STS va inserita la data di pagamento a saldo, in questo caso quella dell’Inps. Se INPS non paga nel 2022 le fatture vanno inserite nel semestre del 2023 quando avviene il saldo“.
Dopo queste comunicazioni ufficiali dai sopra citati operatori, abbiamo chiesto al CNOP di rettificare il messaggio scritto sul sito del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli psicologi perché era fuorviante così come per logica avevamo intuito.
Nel susseguirsi di questi mesi ci sono state fin troppe interpretazioni errate che non hanno certamente facilitato il compito dei colleghi e soprattutto di quelli che non frequentano assiduamente i social.
Nonostante noi di Professione & Solidarietà abbiamo dato tantissimo supporto ai colleghi che hanno aderito al bonus e vi assicuro che non è stato facile perché c’era da interpretare davvero piccoli dettagli, molti colleghi hanno commesso degli errori perché hanno mal interpretato decreto e guida.
Dobbiamo farci una domanda e chiederci: come è possibile che in tutta Italia tantissimi colleghi commettono un errore non inserendo in tempo le conferma delle sedute già effettuate dai pazienti? Sono tutti scemi? Oppure non sono riusciti a star dietro a tutte queste informazioni?
Non tutti i colleghi frequentano i social ed immagino quanto sia stato difficile per loro interpretare decreto e guida INPS.
Personalmente ho finito di confermare ed inserire i dati delle fatture con bonus entro il 31 maggio 2023 ed ho cercato di avvisare più colleghi possibili di quello che sarebbe accaduto a breve allo scadere dei 180 giorni così come descritto da decreto.
Purtroppo non sono riuscita a raggiungere tutti e molti colleghi si sono ritrovati nella situazione incresciosa di non poter più confermare le sedute già effettuate delle quali sono state già emesse le fatture.
Il sistema è ormai bloccato ma stiamo tentando di chiedere sia al supporto INPS ma anche al Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi di intervenire presso le istituzioni e gli organi preposti per poter dare la possibilità a questi colleghi di poter confermare entro il 20 giugno 2023 almeno quelle sedute precedentemente prenotate e delle quali il paziente ha potuto fruire e per le quali sono già state emesse le fatture.
Questi dati delle fatture non possono essere inseriti perché il sistema impedisce di confermare le sedute.
Se le sedute effettuate non si possono confermare non c’è nemmeno la possibilità di inserire i dati della fattura e quindi i colleghi non potranno ricevere i rimborsi per quelle sedute per cui hanno lavorato.
Sappiamo tutti che la legge non ammette ignoranza e che almeno in questo il decreto è stato chiaro (entro 180 giorni andavano inseriti tutti i dati delle fatture con bonus INPS).
Però sappiamo anche che alcune istituzioni come ad esempio alcune Regioni, compresa la mia Puglia, non hanno ancora trasferito i fondi nonostante avessero dei termini come da decreto per farlo.
Per quale motivo si tollera il fatto che molti colleghi che hanno inserito i dati della fattura correttamente aspettano il rimborso da sei mesi?
Mentre non si tollera l’errore dei soli uno/due/tre giorni di ritardo che i colleghi hanno commesso?
Molti colleghi stanno scrivendo una mail con questa richiesta di proroga per le conferme al supporto INPS e al CNOP.
Ma questa ”storia finita” non finisce qui perché oltre alle problematiche del professionista ci sono da considerare le mancanze verso gli utenti.
Non conosco la situazione di altre regioni però in Puglia il non trasferimento dei fondi sta avendo ripercussioni non solo per i colleghi che aspettano i rimborsi ma anche per i cittadini in attesa nella vecchia graduatoria 2022.
La Regione Puglia non ha trasferito i fondi e nella circolare n.2127 del 08-06-2023 tra le altre cose leggiamo:
“Il 21 giugno 2023 tutte le sedute non confermate, oppure confermate ma non ancora corredate dei dati di fatturazione saranno annullate d’ufficio, per consentire l’individuazione delle risorse residue disponibili ai fini dello scorrimento delle graduatorie per l’anno 2022 …“
“…A seguito della validazione delle sedute sarà, quindi, possibile per l’Istituto definire l’ammontare delle risorse regionali e provinciali residue, che consentiranno, se presenti, lo scorrimento delle rispettive graduatorie e l’ammissione di nuovi aventi diritto nei limiti delle risorse disponibili”
MA ATTENZIONE!
“Si segnala inoltre che non sarà possibile procedere allo scorrimento delle graduatorie per le Regioni/Provincie autonome che non hanno provveduto al trasferimento delle risorse assegnate; sarà invece possibile uno scorrimento parziale delle graduatorie per le Regioni/Provincie autonome che hanno provveduto solo in parte al trasferimento delle risorse assegnate.”
Quindi la Regione Puglia così come altre regioni nella stessa situazione che non hanno ancora trasferito i fondi, se non lo farà entro il 21 giugno 2023, non darà la possibilità agli utenti in attesa di essere ripescati dalla graduatoria 2022 di fruire del Bonus Psicologo pur essendo beneficiari.
UNA COSA GRAVISSIMA!
Intanto il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli psicologi risulta ad oggi latitante così come tutte le istituzioni da me interpellate e dalle quali ho inviato PEC ed email normali.
Sto cercando di far arrivare sin dall’inizio di febbraio, a varie istituzioni, la segnalazione di questo pericolo sia per i professionisti e sia per gli utenti beneficiari del bonus ma, a parte la risposta del Commissario straordinario dell’Ordine degli Psicologi della Puglia che ha inviato a sua volta una PEC alla Regione Puglia per poi tornare in un silenzio assoluto, non ho ricevuto nessuna risposta.
Eppure in questo periodo per quanto riguarda ad esempio l’approvazione in Puglia della legge sullo psicologo di base, son venuti tutti fuori ad esultare.
Escono fuori tutti ad esultare ed a legittimarsi il merito dei risultati quando le cose sono compiute come ad esempio fanno molte associazioni di categoria che probabilmente si candideranno alle prossime elezioni ordinistiche e che in questo periodo sono troppo impegnate a cercare alleanze, accordi elettorali e accordi politici tra loro trascurando il vissuto che i colleghi stanno vivendo.
Ma sono latitanti anche i vari Presidenti tra quali il Presidente della Regione Puglia Emiliano e la Presidente del Consiglio della Regione Puglia, Loredana Capone, ai quali ho inviato PEC e mail personalmente mesi fa e dai quali non ho mai ricevuto risposta.
Non voglio dire che non bisogna festeggiare i traguardi raggiunti (anche se sugli stanziamenti per lo Psicologo di Base avrei tanto da ridire ma questa è un’altra Storia che spero non diventi anch’essa infinita) ma non è nemmeno normale trascurare le segnalazioni delle cose che non vanno bene.
Quello che la nostra associazione Professione & Solidarietà sta chiedendo da un bel po’ di tempo e che vi siano da rispettare alcuni Livelli Essenziali di Assistenza per gli Psicologi da parte sia degli vari Ordini Regionali ma anche da parte del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi.
Potrei continuare a raccontare questa storia infinita a lungo ma per ovvie ragioni devo fermarmi qui.
Intanto così come è nel mio carattere, attendo fiduciosa una risposta da parte delle istituzioni, una voce che provi a risolvere questa situazione incresciosa che coinvolge non solo i professionisti ma anche i pazienti in attesa di essere accolti.
Teniamo presente che si tratta di persone già fragili che si vedranno chiudere “una porta in faccia” alla loro richiesta di essere presi in carico nonostante abbiano i criteri descritti dal decreto per essere accolti.
Per quanto riguarda i professionisti spero che venga risolta anche per loro la questione altrimenti ahimè dovranno rassegnarsi di aver lavorato gratuitamente per lo Stato.
Purtroppo però nonostante tutti i disagi affrontati sin dagli inizi di dicembre, dovranno prendersi la responsabilità dei loro errori.
Io comunque continuo a sperare che questo non accada e che qualcuno cerchi di risolvere questa situazione.
Intanto vi lascio con una ulteriore domanda che fa intravedere lo specchietto per le allodole in azione: “se con i fondi stanziati nel 2022 che sono stati 25 milioni abbiamo soddisfatto in parte 42 mila su 395 mila domande con un budget di 600 euro, come potremo soddisfare le prossime domande con 5 milioni stanziati nel 2023 e 8 milioni nel 2024 con un budget paradossalmente aumentato da 1500 euro?”
Mi viene in mente la fine delle fiabe sonore che ascoltavo con mia sorella e mio fratello quando eravamo piccoli:
“Finisce così, questa favola breve se ne va
Il disco fa click e, vedrete, fra un po’ si fermerà,
ma aspettate, e un altra ne avrete
‘C’era una volta’ il Cantafiabe dirà
E un’altra favola comincerà …. “