Professione & Solidarietà è una Associazione politica nazionale e abbiamo quotidianamente contatti con colleghi che risiedono e svolgono la propria professione nelle diverse Regioni italiane. Questo ci permette di fare spesso confronti tra le diverse modalità e procedure seguite dai diversi Ordini nelle pratiche che riguardano gli iscritti.
Le differenze regionali in Italia sono una questione antica, riscontrabile purtroppo in molte situazioni centrali per la vita dei cittadini, dalle possibilità di lavoro e di reddito, alla tutela della salute, con le diverse offerte di servizi del sistema sanitario nazionale, regionalizzato dopo la riforma del titolo V della Costituzione. Solo per citarne due tra le principali.
Ci siamo quindi interrogati sulle differenze tra i diversi Ordini Regionali che governano la nostra professione. Come sapete gli Ordini sono 21, in quanto il Trentino Alto Adige è suddiviso in due ordini provinciali: Bolzano e Trento. Oltre al CNOP che ha sede a Roma ed è amministrato dai presidenti dei 21 Ordini regionali.
Quindi abbiamo 22 organi istituzionali che governano l’ordinamento professionale degli Psicologi italiani, dai dati ufficiali sul sito CNOP, contiamo circa 120 mila psicologi iscritti al 31.12.2020 e probabilmente a fine 2022 ci avvicineremo ai 130.000 iscritti.
La grande maggioranza dei colleghi ha pochi contatti con gli Ordini durante la propria carriera, come ben si intuisce al momento del rinnovo delle cariche quando solo il 20% circa degli iscritti si reca al seggio.
Negli ultimi due anni gli Ordini hanno gestito le prescrizioni ministeriali in merito alla situazione pandemica e alle campagne vaccinali, cosa che ha interessato più da vicino le situazioni personali.
Sempre dal nostro piccolo osservatorio, ci siamo accorti che, pur svolgendo la stessa professione e dipendendo dallo stesso Ministero della Salute e da un unico Ordine Nazionale, le differenze nei tempi e nelle modalità di gestione degli Ordini sono state molto evidenti. Tra i colleghi più attenti, che hanno rilevato queste eclatanti diversità di trattamento, la cosa ha sollevato molti malumori e proteste ed una crescente sfiducia rispetto alla funzione e all’utilità degli Ordini stessi.
Ci siamo quindi chiesti i motivi.
Anche se le proteste dei colleghi interessati dalle sospensioni erano spesso dirette ai propri Ordini di appartenenza, non abbiamo dubbi che le differenze rilevate non possa dipendere dalla solerzia o meno dei Presidenti e Consiglieri eletti negli Ordini.
Quindi abbiamo provato a fare una diversa ipotesi, che evidenzia le caratteristiche di un sistema non armonico sul piano nazionale. Per questo lasciamo parlare i numeri.
Considerando il numero degli iscritti registrati ufficialmente sul sito CNOP fino al 31.12.2020, dal grafico che segue sono evidenti le differenze. Abbiamo due ordini di grandissime dimensioni (Lazio e Lombardia) che insieme contano un terzo degli iscritti nazionali, un gruppo di 7 Ordini di medie dimensioni (tra 6.000 e 10.000 iscritti) e 12 Ordini di più piccole dimensioni (tra 250 e 3.000 iscritti).

Se oltre al numero degli iscritti, consideriamo le risorse economiche disponibili per i diversi Ordini, è evidente che tra i quasi 21.000 iscritti paganti di Lazio e Lombardia, i circa 6.000 della Puglia e i circa 250 della Val d’Aosta, le differenze possono essere determinanti. Infatti, risorse economiche significano personale operativo, orari di apertura, possibilità di offrire servizi e consulenze e, a volte, anche capacità di vigilanza e tutela della professione.
Ci fermiamo su queste suggestioni che approfondiremo nel prossimo articolo.